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Sezione 2. Il giardino di Pietro Antonio Michiel e le bizze dei protobotanici

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Fra i giardini veneziani del XVI secolo, quello del nobile Pietro Antonio Michiel (1510-1576), a San Trovaso (Dorsoduro), era uno dei più belli e ricchi di varietà botaniche. Schivo e appassionato studioso della natura, Michiel andava spesso a erborizzare nei territori della Serenissima, mentre diplomatici e viaggiatori amici gli facevano arrivare a San Trovaso piante rare dal Nuovo Mondo, dal Nord Europa e dall’Estremo Oriente. Per studiarne la crescita e l’evoluzione lungo le stagioni, Pietro Antonio cercava spesso di farle attecchire nel proprio giardino. Oggi questo non esiste più, ma rimane l’erbario che assemblò nel corso della sua vita: in esso registrò le caratteristiche e le virtù medicinali di 1.028 piante, e le fece ritrarre da pittori dalla mano più o meno felice. Senza essere medico né naturalista di professione, Michiel intratteneva buone relazioni con i protagonisti delle ricerche botaniche del suo tempo. Tuttavia, anche dal suo erbario illustrato affiorano indizi del clima molto competitivo che animava i professionisti della medicina. Perché la materia medica era una questione di vitale importanza: identificare correttamente le piante descritte nei testi antichi, spesso senza immagini e corrottisi lungo la tradizione, così come scoprire nuove piante medicinali in grado di curare il corpo malato, oppure, al contrario, nocive alla sua salute, erano questioni di vita e di morte. Erano ricerche che potevano comportare lustro e fama ma anche biasimo e dileggio.

Pubblicato
26 Luglio 2023
Presentato
22 Marzo 2023
Lingua
IT
ISBN (PRINT)
978-88-6969-720-3
ISBN (EBOOK)
978-88-6969-719-7
Copyright: © 2023 This is an open-access work distributed under the terms of the Creative Commons Attribution License (CC BY-NC-ND). The use, distribution or reproduction is permitted in unadapted form only and provided that the original author(s) and the copyright owner(s) are credited and that the original publication is cited, in accordance with accepted academic practice. You may not use the material for commercial purposes. No use, distribution or reproduction is permitted which does not comply with these terms.