Sezione 8. Declinazioni giocose: Il giardino delle piante magiche
abstract
Ogni epoca ha i propri giochi, che permettono di leggere in filigrana il tempo in cui sono stati ideati. Nell’ultima vetrina sono stati esposti un gioco pubblicato a Milano nel 1831, Il giuoco dei fiori ossia Alfabeto simbolico, e un gioco ideato in occasione di questa esposizione, Il giardino delle piante magiche. Il soggetto è il medesimo, la flora, ma la declinazione è assai diversa. L’Alfabeto simbolico, unico esemplare ad ora censito nelle biblioteche italiane, utilizza 25 carte illustrate a litografia per insegnare ai bambini a memorizzare la lettera dell’alfabeto che è l’iniziale del nome comune del fiore. A ogni fiore è associato un significato simbolico – una qualità umana o (più spesso) un difetto –, scritto a caratteri più grandi del nome della pianta. È preponderante la preoccupazione moralistica, al di là del lodevole intento di insegnare dilettando sia l’alfabeto che le fogge dei fiori più comuni. Il giardino delle piante magiche è frutto della collaborazione di quattro persone che hanno impegnato per qualche mese i loro fine settimana per ideare e realizzare un percorso fra piante e relative virtù. L’intento era di riportare la flora a essere materia medica – e non solo. Abbiamo selezionato 95 piante che, oltre a possedere tutte qualche proprietà medicinale, possono di volta in volta essere edibili, ornamentali, profumate, velenose, oppure mellifere. Alle api è dato un ruolo speciale, perché indispensabili al nostro ecosistema. È un gioco che vuol recuperare con leggerezza una vicinanza con la natura che mezzo millennio fa, come si è visto, era molto più comune. Una vicinanza che bisogna coltivare ora più che mai. La maggior parte delle caselle è tratta da un’edizione del 1565 dei Commentarii a Dioscoride di Pietro Andrea Mattioli. Scopo del gioco è che ciascun giocatore accumuli carte per realizzare il proprio giardino e nel farlo inizi a conoscere alcune delle molteplici proprietà delle piante che viene raccogliendo.