Rivista | Rassegna iberistica
Fascicolo | 44 | 116 | 2021
Articolo | «O sertão é o mundo» senza la città (ma «o sertão está em toda a parte»)
Abstract
L’articolo prende in considerazione due opere letterarie, Grande sertão: veredas di João Guimarães Rosa e «Abraçado ao meu rancor» di João Antônio. Il primo racconta il sertão, mentre il secondo, la metropoli, São Paulo. L’intento dell’articolo è mostrare una serie di convergenze tra le due opere, capaci di scomporre un assioma, vecchio ma ancora attivo, del pensiero sociale brasiliano: la dicotomia tra il sertão e la città. Il punto di partenza è la distinzione tra il sertão e la città come si configura in gran parte della letteratura e della critica letteraria brasiliana. Questa distinzione è in realtà una opposizione che ci conduce ad una serie di altre polarità costitutive, quali, ad esempio, sviluppo/sottosviluppo, natura/cultura, fede/ragione. Attraverso la lettura del romanzo di Rosa e la storia di João Antônio, quello che appare è differente. Sertão e città si ibridano, si sovrappongono, si confondono, decostruendo, conseguentemente, le opposizioni su cui si fonda il pensiero sociale brasiliano.
Presentato: 10 Febbraio 2021 | Accettato: 02 Agosto 2021 | Pubblicato 06 Dicembre 2021 | Lingua: it
Keywords Favela • Critica letteraria • Literary criticism • Brazilian literature • | Letteratura brasiliana • Pensiero sociale brasiliano • Sertão • Brazilian social thought
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Permalink http://doi.org/10.30687/Ri/2037-6588/2021/17/005