Presentazione
La Rivista Inequalities mette al centro della propria attività la disamina della grande questione sociale delle diseguaglianze, integrata da una visione globale del loro processo di produzione sociale e arricchita dal confronto delle specifiche situazioni esistenti nelle varie aree del mondo a livello regionale e nazionale. Obiettivo specifico di Inequalities è prestare attenzione alle molteplici forme e dimensioni delle disuguaglianze (economiche, lavorative, educative, territoriali, ‘razziali’, abitative, giuridiche, generazionali, di classe, di genere, di salute, ecc.), alle ‘nuove’ disuguaglianze (ambientali, di salute ambientale, climatiche, nonché quelle legate ai processi di informatizzazione, robotizzazione e digitalizzazione), alle cause, alle trasformazioni e alle conseguenze sociali delle disuguaglianze. La Rivista fa principalmente riferimento all’ambito della sociologia, ma è aperta e attenta agli apporti di tutte le scienze sociali e umane – essendo, quello delle disuguaglianze, un fenomeno che non sopporta nessuna forma di riduzionismo. La lingua di riferimento della Rivista è l’inglese, tuttavia possono essere sottoposti e pubblicati articoli in lingua francese, italiana, portoghese, spagnola. La Rivista si compone di due sezioni: “Dossier tematico” e “Articoli liberi”. È prevista anche la pubblicazione di numeri speciali. La pubblicazione dei fascicoli è annuale. Gli articoli sono sottoposti a double blind peer review, secondo la policy di Edizioni Ca’ Foscari attraverso la piattaforma ECF.
Permalink http://doi.org/10.30687/INQ/9191-9002 | e-ISSN 3035-0395 | Periodicità annuale | Lingua en, fr
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Gli articoli pubblicati hanno ottenuto il parere favorevole da parte di almeno due valutatori esperti della materia, attraverso un processo di revisione anonima (double-blind peer review) condotto sotto la responsabilità della Direzione scientifica della rivista. I revisori non hanno contatti diretti con gli Autori e appartengono a istituzioni di ricerca diverse da quella cui la rivista è affiliata.
La valutazione è svolta in conformità e aderenza ai criteri scientifici, e ai criteri editoriali di completezza bibliografica e coerenza formale di Edizioni Ca’ Foscari.
Politiche di revisione per le singole sezioni:
Per una descrizione dettagliata del processo, si prega di consultare la pagina: Certificazione scientifica.
Questo prontuario descrive le principali convenzioni redazionali adottate nella rivista. Per casi particolari e indicazioni ulteriori (come l’elenco delle abbreviazioni ammesse), si rinvia al manuale delle Edizioni Ca’ Foscari:
https://edizionicafoscari.unive.it/media/pdf/pubblicare-con-noi/ecf_norme_it.pdf
I. Composizione del testo
La rivista pubblica articoli. La lunghezza è libera entro un massimo di 50.000 battute spazi inclusi (bibliografia compresa).
Formattazione del file Word: limitare la formattazione allo stretto necessario, adottando caratteri di modulo 12 ed evitando maiuscoletti, stili speciali e interlinea diversi da 1. Un caso particolare è costituito dalle Citazioni a testo lunghe.
L’uso del grassetto è ammesso per i titoli.
Date, numeri e misure
I numeri vanno indicati in forma abbreviata omettendo le parti che non cambiano (a eccezione dei cosiddetti ‘teens’ 11-19).
Esempi:
1960-5, 270-1, 256-70, 311-14, 1.000, 120 × 240 cm; 5 marzo-7 maggio; il Settecento; gli anni Trenta.
Citazioni a testo
Parole straniere e traduzioni
Se non recepite nel dizionario Treccani (http://www.treccani.it/vocabolario/), debbono essere scritte in corsivo. Anche le traslitterazioni vanno in corsivo. Le relative traduzioni vanno in tondo tra virgolette singole alte immediatamente dopo il termine.
Esempio:
Totenmal (‘monumento funerario’)
Enfasi
Si possono usare le virgolette alte (‘’) anche per evidenziare un ‘concetto’, soffermarsi sulla precisa accezione di un ‘termine’, segnalare l’uso ‘idiomatico’, ‘metaforico’ o ‘improprio’ di un lemma.
Titoli
I titoli di opere letterarie, pittoriche, scultoree, fotografiche, cinematografiche, televisive teatrali, musicali, etc. vanno in corsivo con iniziale maiuscola.
Trattino / lineetta
II. Riferimenti bibliografici
Abbreviazioni nelle note a piè pagina
Esempi:
Rossi 2010, 25-7; per alcuni esempi: Rossi 2010, 50.
Rossi 2010, 234 nota 23; Bianchi 2011
Rossi, Bianchi 2010 [coautori]
Rossi, Bianchi, Verdi 2010 [coautori]
Rossi et al. 2010 [più di tre autori]
M. Rossi 2010, G. Rossi 2010 [autori con lo stesso cognome]
Rossi 2010a, 2010b [più opere dello stesso autore, apparse nello stesso anno]
Rossi 2010, 2011 [più opere dello stesso autore, ma edite in anni diversi]
Rossi, s.d., 34 [opera senza data nel frontespizio e nel colophon]
Rossi, in corso di stampa; Bianchi (comunicazione orale)
BSI 1985 [= ‘British Standards Institution’, simili abbreviazioni vanno sciolte nella bibliografia finale].
Esempi:
Rossi 2008, 2, 2: 630 nota 15 (= ‘tomo’ 2, ‘volume’ 2: ‘pagina’ 630, nota 15)
Rossi 1934-36, 4: 17 (vol. 4 di opera in più volumi, edita tra 1934 e 1936, p. 17)
Esempi:
Tuc., Hist., 7, 3, 18 [= libro 7, capitolo 3, paragrafo 18]; Piccirilli 1985, 107
Verg., Aen., 1, v. 127 [= libro 1, verso 127]; Calzecchi Onesti, 20
Mc 1,17 [= Vangelo di Marco, capitolo 1, versetto 17]
Esempio:
Ricci 2016
cui corrisponderà nella bibliografia finale:
Ricci, L. (a cura di) (2016). Il Gotico nel diciannovesimo secolo = Catalogo della mostra (Venezia, 22 marzo-26 giugno 2016). Venezia.
Esempi:
Lenzo [autore della scheda] 2019, Nrr. 4.2-4.3.
Verzeichniss der Sammlung Welzl 1845, IV, nr. 3.
L[onghi], Nr. 44.
Esempio:
Rossi 2004, 7
cui corrisponderà nella bibliografia finale:
Rossi, M. (2004). s.v. «Bianchi, Antonio». Enciclopedia degli autori italiani. http://www.enciclopediaautoriintaliani.org/articles/antonio-bianchi.
Esempio:
ASV, ASC, numerazione rossa, pratica 614, b. 4235, fasc. 3, cc. 2r-v, 3v [numerazione moderna]; ASV, ASC, b. 4235, s.p. [ma 44]
Esempio:
Si segnalano alcuni degli interventi più significativi, in particolare il contributo presentato da Rossi (2010); il decennale lavoro di Bianchi (2014, 34-6), e l’agile sintesi curata da Neri e Verdi (2015, 123-4), con bibliografia ragionata (150-7).
Bibliografia finale
Le abbreviazioni relative alle voci bibliografiche vengono sciolte dopo il testo dell’articolo. Le voci sono elencate in ordine alfabetico e, per uno stesso Autore, dalla meno recente alla più recente. Ogni voce bibliografica riporta, nella lingua della pubblicazione citata:
Libro a stampa
Esempi:
Bianchi, F. (2016). La mia opera. Uno sguardo ravvicinato. A cura di L. Rossi. Venezia: Edizioni Aperte. Archivi di Letteratura Italiana 8.
Rossi, M.; Verdi, G. (2000). La nostra opera. Venezia: Edizioni Aperte.
Rossi, M. (2000). La nostra opera. Berlin, München; Oxford: Oxford University Press [editore con più sedi].
Le mille e una notte (1990). Novara: De Agostini [autore sconosciuto].
BSI, British Standards Institution (1985). Specification for Abbreviation of Title Words and Titles of Publications. London: BSI. [ma si eviti il più possibile il riferimento ad autori collettivi]
Green, M. (2010). The Paintings of Titian. Foreword by G. Verdi; introductory essay by A. Bianchi. London: Thames.
Arrighi, L. (1465). La mia opera. S.l.: s.e.
Traduzioni
Si può indicizzare l’opera facendo riferimento al nome del Traduttore (soprattutto nel caso di classici) o, in alternativa, a quello dell’Autore, purché la scelta sia coerente con i criteri adottati per le abbreviazioni bibliografiche in nota.
Rossi, M. (a cura di) (1967). Publio Virgilio Marone: Eneide. Testo a fronte. Venezia: Edizioni Aperte.
Spencer, J. (transl.) (1974). Aeneid. London: Thames.
Rossi, M. (2010). La mia opera. Trad. di A. Bianchi. Venezia. Trad. di: Mon oeuvre. Paris: Éditions Saint Michel, 2000.
Opera in più volumi e saggio in opera in più volumi
Smith, P. (2016). Essays on Art. 3 vols. London: Thames.
Bianchi, A. (a cura di) (2000-). Antologia degli scritti di Mario Rossi. Venezia: Edizioni Aperte.
Lombardi, M. (2017). History of Publishing. Vol. 4, Digital Publishing. Venice: Edizioni Aperte.
Bianchi, A. (a cura di) (2010). L’opera di Giotto. Venezia: Edizioni Aperte.
Blanche, A. (éd.) (2010). Commentaires. Paris: Éditions Saint Michel.
Contributo in miscellanea od opera con curatela
Il titolo e il sottotitolo del contributo si riportano tra parentesi basse. Dopo un punto si indicano il cognome e il nome del curatore seguiti da ‘(a cura di)’ o espressioni analoghe, e da virgola; segue il titolo della raccolta in corsivo.
Bianchi, F. (2016). «Il Gotico. Storie e miti». Ricci, L. (a cura di), Il Gotico nel diciannovesimo secolo. Venezia: Edizioni Aperte, 87-121.
Libro elettronico
Per pubblicazioni elettroniche, si citano il DOI (da preferire, se disponibile) o l’URL senza sottolinearne i caratteri. I codici DOI, desumibili dal sito https://search.crossref.org/search/references, si citano come: https://doi.org/10.xxxx/xxxxx.
Bianchi, F. (2016). La mia opera. A cura di L. Rossi. Venezia. http://www.edizioniaperte.it.
Bianchi, F. (2016). «Il Gotico. Storie e miti». Ricci, L. (a cura di), Il Gotico nel diciannovesimo secolo. Venezia, 87-121. Scritti di letteratura gotica 27. https://doi.org/10.14277/978-88-6969-021-1.
Articoli in rivista
Il titolo e il sottotitolo del contributo si indicano tra parentesi basse, il nome della rivista in corsivo, seguito dal numero della serie (in cifre romane o come ‘n.s.’), del volume o dell’annata (in cifre arabe) e, se necessario, del fascicolo (in cifre arabe tra parentesi tonde, senza spazio davanti alla prima parentesi).
Bianchi, F. (2017). «Il Gotico. Racconti e miti». Jahrbuch der kunsthistorischen Sammlungen Wien, 5(2), 5-34.
Bianchi, F. (2017). «Il Gotico. Racconti e Miti». Letteratura inglese, 6(2), 15-34. http://www.letteraturainglese.it.
Numero monografico o supplemento di rivista
Se il numero monografico ha un titolo, va tra virgolette basse come i titoli del contributi.
Verdi, M. (a cura di) (2016). «Letteratura gotica». Num. monogr., Letteratura inglese, 6(2).
Recensioni
Rossi, M. (2013). Recensione di L’opera pittorica di Raffaello, di Verdi, Guido. Kunstchronik, 23(4), 24-7.
III. Didascalie per le immagini
Seguire i seguenti schemi:
IV. Immagini
Inviare files tiff, a colori o in bianco e nero, numerati in coerenza con le didascalie, con una risoluzione di almeno 300 ppi.
V. Checklist prima della consegna
Verificare che l’articolo:
Per informazioni e chiarimenti, si invita a contattare la redazione di Edizioni Ca’ Foscari all’indirizzo ecf@unive.it.
Ethical Code of Inequalities
Inequalities is a peer-reviewed scientific journal whose policy is inspired by the COPE (Committee on Publication Ethics) Ethical Code. See the Best Practice Guidelines for Journal Editors.
Publisher’s responsibilities
The Publisher must provide the Journal with adequate resources and the guidance of experts, in order to carry out its role in the most professional way, aiming at the highest quality standard.
The Publisher must have a written agreement that defines the relationship with the owner of the Journal and/or the Editor-in-Chief. The agreement must comply with the Code of Behavior for Publishers of Scientific Journals, as established by COPE.
The relationship among the Editor-in-Chief, the Advisory Board and the Publisher is based on the principle of publishing independence.
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The Editor-in-Chief and the Advisory Board of Inequalities alone are responsible for the decision to publish the articles submitted.
Submitted articles, after having been checked for plagiarism by means of the anti-plagiarism software Compilatio that is used by the University and is made available to us, will be sent to at least two reviewers. Final acceptance presumes the implementation of possible amendments, as required by the reviewers and under the supervision of the Inequalities Editor-in-Chief.
The Inequalities Editor-in-Chief and Advisory Board must evaluate each submitted paper in compliance with the Journalʼs policy, i.e. exclusively on the basis of its scientific content, without discrimination of race, sex, gender, creed, ethnic origin, citizenship, or the scientific, academic and political position of the Authors.
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Authors are strongly encouraged to use their ORCID iD when submitting a manuscript. This will ensure the authors’ visibility and correct citation of their work.
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Authors, under their own responsibility, must avoid any conflict of interest affecting the results obtained or the interpretations suggested. The Inequalities Editor-in-Chief will give serious and careful consideration to suggestions of cases in which, due to possible conflict of interest, an Author’s work should not be reviewed by a specific scholar. Authors should indicate any financing agency or the project the article stems from.
Quotations
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Ethical Committee
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Emendations
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Goal
By means of the peer-review procedure, reviewers assist the Inequalities Editor-in-Chief and Advisory Board in taking decisions on the articles submitted. They are expected to offer the Authors suggestions as to possible adjustments aimed at improving their contribution submission.
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Confidentiality
The content of the reviewed work must be considered confidential and must not be used without explicit authorisation by the Author, who is to be contacted via the editor-in-chief. Any confidential information obtained during the peer review process should not be used for other purposes.
Collaborative attitude
Reviewers should see themselves not as adversaries but as advocates for the field. Any comment must be done in a collaborative way and from an objective point of view. Reviewers should clearly motivate their comments and keep in mind the Golden Rule of Reviewing: “Review for others as you would have others review for you”.
Plagiarism
Reviewers should report any similarity or overlapping of the work under analysis with other works known to them.
CALL FOR PAPERS: «Digital Labour Platforms e (nuove) disuguaglianze». Inequalities, 2 | 2025
Il capitalismo delle piattaforme è l’esito di trasformazioni socioeconomiche di lunga durata nel solco della transizione ad un regime di accumulazione flessibile. Un ruolo rilevante in queste trasformazioni lo hanno rivestito gli sviluppi e le innovazioni nell’industria elettronica, nelle ICTs, nelle tecnologie digitali. Con l’avvento della seconda era delle macchine e della digitalizzazione del tutto (Brynjolfsson, McAfee 2015), la pervasività delle tecnologie digitali nelle varie sfere della vita sociale e nelle varie attività della vita quotidiana ha avuto molteplici effetti a livello economico, sociale, culturale ed ecologico.
Ma il digitale, come qualsiasi altra tecnologia, non è un elemento e un campo neutro: le conseguenze sull’insieme della vita sociale e sul mondo del lavoro non derivano in linea retta dalle nuove tecnologie, semmai derivano dalla concezione e dall’applicazione capitalistica di esse. La digitalizzazione del lavoro non è una semplice questione tecnica, in un’ottica di ‘neutralità della tecnica’, secondo l’idea che il mezzo tecnico domina sul capitale; nei processi di trasformazione del lavoro di stampo digitale l’elemento tecnologico appare in superfice come prevalente sui rapporti sociali i quali, in realtà, lo sussumono.
Sotto il profilo tecnologico la digitalizzazione del lavoro si presenta ed è guidata da ritrovati e innovazioni digitali nell’ambito di ICTs sempre più complesse, da computer e sistemi informatici sempre più potenti, dalla connettività totale; tuttavia tali tecnologie sono concepite e utilizzate per l’appropriazione del valore prodotto dal lavoro vivo – oggi più rarefatto rispetto al lavoro morto, ma proprio per questo più che mai essenziale alla produzione di valore. L’attivazione di una gamma amplissima di attività e servizi determinata dall’espansione delle piattaforme, l’integrazione verticale e orizzontale dell’intero processo economico-produttivo nell’industria tramite l’automazione, la robotizzazione e la digitalizzazione, sono processi avvenuti nel quadro di una fortissima centralizzazione e di un controllo quasi totale del processo economico-produttivo nel quadro della logica di mercato e per generare profitto, che sono i principali fattori alla base del processo di produzione e riproduzione di disuguaglianze.
Da un lato, le tecnologie digitali hanno aperto opportunità e spazi di comunicazione tra persone e organizzazioni, seppur mediate tecnologicamente, un tempo inimmaginabili. Dall’altro lato, le tecnologie digitali hanno avuto pesanti conseguenze sulle condizioni di lavoro (Antunes, Basso, Perocco 2021). Pertanto il digital labour platforms si presenta come uno spazio in cui si condensano le tensioni e le contraddizioni più ampie del regime di accumulazione e dei modi di produzione contemporanei.
Dal punto di vista del processo produttivo e lavorativo e delle trasformazioni dei luoghi di lavoro, l’implementazione delle tecnologie digitali ha dato nuova enfasi agli studi sul comando e sul controllo capitalistico esercitato su queste sfere, legati prima alla meccanizzazione, poi alla robotica e all’automazione, e ai loro potenziali effetti sulla sostituzione della forza lavoro con le macchine (Frey, Osborne 2013; Kagermann 2015; Pollock 1956). Altri studi hanno evidenziato la degradazione del lavoro, l’allungamento dei tempi di lavoro, l’intensificazione dei ritmi di lavoro, la sua frammentazione in micro-compiti sempre più mediati dalle tecnologie informatiche e digitali che opacizzano il rapporto di lavoro (Aneesh 2009; Antunes 2018; Huws 2014; Pfeiffer, Suphan 2015; Scholz 2016).
Gli studi hanno anche delineato una divisione internazionale del lavoro digitale (Fuchs 2014), caratterizzata da processi di accumulazione del capitale basati sia su una molteplicità di modi di produzione e di sfruttamento della forza lavoro (lavoro forzato, coercizione extra-salariale, lavoro servile, lavoro degradato, ecc.) sia su un continuum economico-produttivo che va dalle miniere in cui si estraggono le materie prime necessarie alle infrastrutture digitali fino al cloud computing (il quale dipende da un forte sfruttamento del lavoro manuale e intellettuale e della natura).
L’uberizzazione e il lavoro tramite piattaforma e, dunque, il proletariato digitale, si collocano in questo quadro (Antunes 2023; Huws 2020; Woodcock, Graham 2019). Con i lavoratori di piattaforma on-demand che svolgono lavori nel settore delle consegne a domicilio, del trasporto urbano, dell’housing, dei servizi di pulizia; oppure con i lavoratori occupati nel crowdwork (lavoratori del click) che contribuiscono, tra le altre cose, all’allenamento dei sistemi di Intelligenza Artificiale come il machine learning mediante il completamento di specifiche micro-attività (Casilli 2019; Gray, Suri 2019).
La conseguente nuova morfologia del lavoro in salsa digitale – di fatto, sul piano produttivo-organizzativo, un’applicazione più serrata e occhiuta, più vincolante e pressante, della fabbrica taylorista, con un più alto grado di controllo e di velocità, grazie all’utilizzo delle tecnologie informatiche, nella standardizzazione del lavoro impiegatizio e del terziario mediante il trasferimento dal settore industriale al terziario dei sistemi manageriali, dei ‘tempi e metodi’ presenti nelle fabbriche (Head 2014) – è caratterizzata da un crescente indebolimento dello status occupazionale e delle tutele lavorative, da basse retribuzioni, dall’intensificazione del lavoro, da un inasprimento della sorveglianza sui lavoratori, dall’assimilazione di una logica prestazionale imposta dai meccanismi algoritmici di valutazione e classificazione, dalla diffusa concezione di queste forme di lavoro come libere ‘prestazioni di servizi’ da parte di lavoratori che si concepiscono come lavoratori autonomi, imprenditori di sé stessi e padroni del proprio tempo di lavoro (Aloisi, De Stefano 2020; Crouch 2019; Schor 2020). L’organizzazione algoritmica del capitalismo delle piattaforme, basata su una produzione ed estrazione di valore di carattere duale, secondo cui i dati accumulati contribuiscono ad un accrescimento del valore monetario realizzato con il servizio offerto, fa sì che la datificazione e lo sfruttamento del lavoro siano consustanziali, e che vi sia un legame molto stretto tra prestazioni lavorative e catene del valore dei dati (Casilli 2019).
Questo numero della rivista Inequalities è dedicato alle ricadute e alle conseguenze del digital labour platforms sulle disuguaglianze e sul sistema delle disuguaglianze, in termini, per esempio, di disuguaglianze lavorative (mercato del lavoro, organizzazione del lavoro, processi lavorativi, condizioni di lavoro), disuguaglianze economiche (salariali, reddituali), disuguaglianze sociali (impoverimento materiale, sociale, vitale; uso del tempo), disuguaglianze di salute (malattie professionali, impoverimento psichico), disuguaglianze di genere e diseguaglianze ambientali. Queste ultime riguardano la nocività socio-ecologica della digitalizzazione derivante, ad esempio, dai processi estrattivi e produttivi necessari per la realizzazione delle infrastrutture digitali e dei manufatti elettronici attraverso cui la propagazione digitale avviene, così come dal consumo energetico dovuto al funzionamento dell’intreccio infrastrutturale del digitale. Inoltre sono benvenuti contributi sulle lotte e le mobilitazioni contro le disuguaglianze generate dal o correlate al digital labour platforms. Questa call for papers è dedicata al rapporto tra digital labour platforms e disuguaglianze ed è aperta a contributi che indagano aspetti e fenomeni legati a tale rapporto.
I contributi vanno inviati entro il 30 ottobre 2024, in una delle seguenti lingue: inglese, italiano, francese, spagnolo, portoghese. Chi lo desiderasse, può inviare alla redazione una proposta di articolo per ricevere un riscontro; la proposta, contenente il titolo dell’articolo e un abstract di 300 parole, va inviata entro il 30 maggio 2024.
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