Introduzione
abstract
La seconda che s’incontra a sinistra lungo il corridoio di casa è la mia stanza. In essa mi trincero, dietro un’alta fila di libri, e rifletto sul tempo. Quello mio personale, quello di chi mi ha preceduto in questa casa e quello dell’umana specie in generale. Ad aiutarmi nella riflessione giungono, oltre alle temporali, le coordinate spaziali e fissano il punto esatto nel quale mi trovo: nella mia stanza, in un martedì di ottobre, seduta a scrivere e circondata da libri. Percorro con le dita le loro pagine: alcune il tempo le ha scurite e hanno un odore acre, altre sono invece bianche e lucide; le dita quasi faticano a scorrervi sopra. Penso tra me e me quanto reale sarebbe lo spazio della mia camera se decidessi di trasferirlo in un romanzo. Sarebbe lo stesso spazio dal quale penso, scrivo e leggo i miei libri? Ovvero, sarebbe la semplice descrizione di un dato precostituito? O apparirebbe altro in virtù della sua apertura fenomenologica?