I.3 • Ermeneutica: pluralità dei sensi nelle opere dantesche e nell’esegesi medievale
abstract
In questo capitolo viene esaminata un’ulteriore evoluzione della riflessione dantesca sul linguaggio figurato, che coinvolge i diversi livelli di significato attribuibili a un testo grazie all’allegoria. Nella prima parte del capitolo vengono ripercorse l’auto-esegesi allegorica del Convivio, con la sua digressione sui quattro sensi delle Scritture, e il parallelo passo dell’epistola a Cangrande in cui Dante definisce la polisemia della Commedia; a testimonianza del suo interesse nei confronti dell’universo dell’esegesi scritturale, viene analizzato anche un brano della Monarchia in cui l’autore fa ricorso all’ermeneutica biblica per dirimere una spinosa questione di teologia politica. Nella seconda parte del capitolo si propongono alcuni affondi sugli sviluppi tardo-antichi e medievali dell’esegesi biblica, partendo da Agostino, passando per Ugo da San Vittore e approdando alla trattatistica delle artes praedicandi, che riunivano precetti sull’interpretazione del testo sacro e tecniche per la composizione dei sermoni.